Gli effetti dell’inquinamento del piombo nelle madri in gravidanza sarebbero strettamente collegate alla possibilità di poter avere prole con maggiori livelli di obesità . Lo studio, condotto all’interno del team di ricerca dell’Università del Michigan, è stato condotto su famiglie di topi sottoposte a inquinamento da piombo mediante somministrazione di basse dosi due settimane prima dell’accoppiamento e, successivamente, durante la gravidanza e durante l’allattamento.
Dall’esperimento è emerso che i topi maschi esposti a piombo presentavano il 10% di aumento di peso, e che sia i topi maschi che quelli femmine mangiavano di più rispetto al gruppo di controllo. Nei maschi si sarebbe inoltre registrata un’alterazione dei livelli di insulina a 9 mesi di età . Stando a quanto affermato dai ricercatori americani, i dati supporterebbero le ipotesi secondo cui l’esposizione a sostanze tossiche nel grembo materno contribuirebbero a un maggiore tasso di obesità .
I ricercatori sottolineano comunque che i livelli di piombo ai quali sono state sottoposte le cavi sono comunque molto bassi, e appare pertanto quanto mai chiaro che non esiste un livello minimo di sicurezza per tale sostanza (che un tempo non lontano si trovava sia nelle vernici che nella benzina, e che oggi giorno è comunque presente, in piccole dosi, nell’aria, nell’acqua, nel suolo e – quindi – nel cibo).
Anche precedenti ricerche avevano confermato che l’esposizione al piombo diminuisce la crescita fetale, e che nell’età adulta si ha un maggiore rischio di obesità . Lo studio in questione amplia tuttavia la portata del fenomeno, sottolineando come anche prima della gravidanza potrebbero insorgere le prime, significative, conseguenze.