Gravidanza

Pillola abortiva: Di cosa si tratta e quali gli effetti collaterali

RU è l’acronimo di Roussel-Uclaf (le iniziali della società farmaceutica) e 486 è un numero di serie laboratorio. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ritiene che la  pillola abortiva sia un trattamento efficace di interruzione della gravidanza.

Come agisce tale pillola?

Tale pillola provoca un aborto spontaneo indotto che viene attivato da una combinazione di sostanze in un intervallo di 12-72 ore. Il Methotrexate o mifepristone, viene utilizzato per bloccare lo sviluppo dell’embrione e della placenta, mentre il Misoprostol provoca la dilatazione della cervice stimolando l’espulsione, dalla mucosa uterina, dell’embrione.

Papilloma virus

Quali gli effetti collaterali?

Come ogni altro tipo di trattamento chimico indotto, la pillola abortiva ha diversi effetti collaterali importanti che devono essere presi in considerazione quando si opta per questo metodo. Si possono verificare delle forti emorragie, nausea e vomito, diarrea e dolore pelvico, ma anche febbre. È necessario tenere a mente che c’è sempre il rischio di un aborto incompleto e in caso di una gravidanza extrauterina vi è il rischio che le tube di Falloppio vengano danneggiate.

Tali  pillole non sono raccomandate se sussistono sono alcune condizioni mediche come ad esempio una malattia cardiaca, asma, diabete, problemi di sanguinamento o ipertensione o si è dotati di un dispositivo intrauterino.

Papilloma virus

Dove e come si acquista?

La pillola viene esclusivamente prescritta da un medico dopo una accurata visita medica che confermi lo stato di avanzamento della gravidanza.

La prima pillola viene somministrata sotto controllo medico e la seconda pillola viene presa a casa. La procedura è relativamente più economica e meno invasiva rispetto ad un aborto chirurgico indotto.

aborto-01

Come può influenzare una futura gravidanza?

Gli studi hanno dimostrato che l’ aborto chimico indotto dalla pillola non influenza in alcun modo la prospettiva di una gravidanza futura. Nel caso in cui la procedura venga correttamente gestita e nessun effetto collaterale, del tipo di un aborto incompleto o infezione post aborto si verifichi, il rivestimento uterino verrà ripristinato e l’ovulazione seguirà il suo corso normale.

Leggi anche: Legge di Zoe, quando si può chiamare umano un feto?

Tuttavia, il rischio è che un po’di placenta o di altri residui rimangano nel corpo della donna e ciò può portare alla possibilità di una gravidanza ectopica o di un aborto spontaneo durante il primo trimestre. Tuttavia, tali rischi sono simili a quelli di un aborto chirurgico.

aborto-02

Dopo quanto tempo è possibile rimanere incinta in seguito ad un aborto?

Tecnicamente il corpo umano ha una capacità molto elevata di recuperare. Questo è il motivo per cui è possibile rimanere incinta subito dopo l’aborto. Tuttavia, i medici raccomandano di rispettare un intervallo di tempo che permetta di guarire fisicamente ed emotivamente.

Questo periodo può variare da 3 settimane a 3 mesi, ma la cosa più importante è stare bene con la prospettiva di una futura gravidanza.

Mifepristone e pillola in ospedale

pillola del giorno dopo

Quanto sopra non va confuso con la “vera” pillola abortiva, che qui in Italia è possibile assumere solamente in ospedale, sotto la sorveglianza di un medico, al termine di una procedura ben determinata, e comunque entro e non oltre la settima settimana dall’inizio della gestazione (49 giorni).

L’aborto farmacologico come sopra descritto richiede infatti un monitoraggio medico particolarmnete attento, andando a indagare e controllare la condizione fisica e psicologica della donna che decide di porre fine alla gravidanza, anche a lunga distanza dal rapporto sessuale non protetto.

Sostanzialmente, il massimo dell’efficacia terapeutica è ottenibile grazie all’assunzione di una pillola abortiva con principio attivo del mifepristone, assunto per os alla posologia di 200-600 mg. Dopo due giorni da tale assunzione, il medico somministra alla donna 400 mcg di misoprostol, un analogo prostaglandinico che intensifica l’attività contrattile del miometrio, favorendo l’espulsione dei tessuti embrionali.

Leggi anche: Aborto, come funziona l’interruzione volontaria di gravidanza

Attraverso tali step, la pillola abortiva può impedire lo sviluppo dell’embrione bloccando l’azione dei recettori progestinici sulla mucosa e sulla muscolatura dell’utero e, contemporaneamente, favorendo il distacco e l’eliminazione della mucosa uterina. Dopo la somministrazione di quanto prescritto nei due step, l’embrione sarà espulso in maniera non dissimile da quanto avviene in una comune mestruazione.

aborto-03

Naturalmente, la procedura sopra descritta – come andrà ad accertare il monitoraggio medico – non potrà che essere consigliata a tutte le donne che desiderano cercare di interrompere volontariamente una gravidanza non desiderata entro e non oltre il termine limite di 49 giorni di gestazione. In altri casi è possibile assumere la pillola abortiva, sempre sotto stretta sorveglianza medica. Si pensi alle ipotesi di dilatazione cervicale in preparazione all’aborto chirurgico (sempre nel primo trimestre di gestazione), all’induzione del travaglio in presenza di morte intrauterina del feto, o – utilizzata in associazione al gemeprost – per l’interruzione della gravidanza tra la 13ma e la 24ma settimana di gestazione.

Ad ogni modo, la fonte informativa principale non può che essere il vostro medico di fiducia. Dunque, nell’ipotesi in cui abbiate intenzione di interrompere volontariamente la gravidanza, ricorrete alla consulenza diretta del medico, analizzando caratteristiche e conseguenze di tale scenario, e facendovi seguire lungo l’intero percorso che vi condurrà all’aborto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *